I Tarocchi presentano
L’IMPERATORE E L’IMPERATRICE
Ai tarocchi si può domandare a patto
che non ci si dimentichi che la domanda conserva in sé tutto il potere della risposta
ARCANO: MAGGIORE, NUMERO III
FILA I: PERSONAGGI UMANI O ANIMALI IN SITUAZIONI RICONOSCIBILI
SERIE: CHIARA, IMMAGINE DI CONNOTAZIONE STORICO/SOCIALE
AZIONE: VERSO L’ALTO
NOME: L’IMPERATRICE, o anche SILVANA
Mia madre si chiama così per via della Mangano e di altre Silvane note nel periodo.
Mi è giunta voce sia stata l’ostetrica a suggerirlo. Non credo abbia mai perdonato in profondità la sciatteria dei suoi genitori. Il colore verde della carta rimanda al segno eterno della natura e agli occhi di mia madre. L’imperatrice ha saputo partorire se stessa ed è l’incarnazione della fecondità, il potere esplosivo della creatività femminile.
Se l’imperatrice parlasse, dice Jodorowsky direbbe sono la creatività senza una finalità precisa, esplodo nell’infinità delle forme.
Ho assistito alle trasformazioni di mia madre a cadenze stagionali; da mansueta Pocahontas a gendarme, da mangiatrice compulsiva di liquerizia a confessore, continuamente guidata dalla necessità di adattamento.
Fanno eccezione il saper nuotare e l’amicizia con le uova, per il resto la credo capace di qualsiasi cosa, dal trascinarmi sul pavimento per i capelli, rompermi stampelle di plastica sulle cosce, all’ingozzarmi di fluoro, fino a cavarsela con la febbre alta di un neonato resistendo alla tentazione dell’antibiotico mentre il marito s’era dato alla macchia per un pokerino notturno. Aspetto a braccia conserte il giorno in cui mi si dica sei proprio come tua madre.
ARCANO: MAGGIORE, NUMERO IV
FILA I: PERSONAGGI UMANI O ANIMALI IN SITUAZIONI RICONOSCIBILI
SERIE: CHIARA, IMMAGINE DI CONNOTAZIONE STORICO/SOCIALE
AZIONE: VERSO L’ALTO
NOME: L’IMPERATORE, o anche OSCAR
Oscar di tanto in quando si dava alla macchia per un pokerino. Rimanendo per questo fedelissimo alle caratteristiche dell’IMPERATORE che domina sul mondo materiale senza trascurare lo spirito. Si dice di lui che impersonifichi la sicurezza, la stabilità, l’esperienza, suggerendo appunto una figura paterna.
Mio padre è stato un pessimo marito quanto d’altro canto un esemplare genitore. A tutto avrei creduto eccetto che al suo desiderio che io fossi femmina.
Penso sia stato lui a darmi l’imprinting nei primi istanti data l’impossibilità di mia madre scorporata da un cesareo. Dice di avermi lavato a testa in giù come un vitello appeso. Gli somiglio a tal punto che qua e là mi chiamavano Oscarina.
M’ha cresciuto a pane e coraggio; i tuffi dalla rupe, la pesca subacquea, la moto, furti di orchidee nei parchi esotici. Da lui ho ereditato la prepotenza, imparando a perdonarla negli altri. Ho imparato anche a cavarmela da sola e a non credere ai divieti di sosta. Le multe, tra di noi però, rimangono ancora il motivo più grande di scampati omicidi.
Testo: Maria Rita Di Bari
Immagini: Vincenzo Ventura
Molto carini e ironici questi racconti legati ai tarocchi. Aspetto i prossimi . Grazie Maria Rita
Mi piace questa iniziativa, anche se non capisco come si sviluppi. Mi piace anche quando metti a nudo te stessa per mezzo di spezzoni di vita con Silvana ed Oscar. Ti rattrappiranno gli arti aspettando a braccia conserte: non sarai mai Silvana e nemmeno Oscar: tu sei unica ed hai amalgamato i loro difetti e i loro pregi. Sei venuta fantastica Maria Rita…