Lì, su quella parete, ci sono i graffiti del bisnonno, propiziatori di caccia abbondante. Hanno sempre funzionato. Come farai a portarli nella tua capanna, sentiamo?… Coltivare la terra invece di cacciare?! Ma che razza di maschio è, quello che non va a caccia? Confessa: è quella smorfiosetta col pelo chiaro che ti mette in testa queste idee sballate!… Un posto per stare insieme, voi due soli?… In questa caverna siamo in troppi?? Ma che ragionamenti sono??? Che cosa diventerebbe la foresta, se ogni coppia si costruisse una capanna?
No, Marco non abita più con noi… Eh, “comprato casa”: magari! Senza un lavoro stabile… Si arrangia, come tutti i giovani. Le cose non sono più come qualche anno fa. I diritti dei lavoratori, si sa, finiti nel cesso: tutta colpa dei sindacati. Del resto, non si può pretendere che il mondo resti sempre uguale. Comunque, con il bambino in arrivo, Marco non ha voluto saperne di rimanere qui. Anche se il posto, volendo, ci sarebbe stato. Suo fratello e la moglie si sono sistemati in solaio, noi e mio cognato stiamo nel seminterrato e i nonni al pianterreno, così non devono fare le scale. Gli zii, dopo lo sfratto, hanno costruito un soppalco nell’autorimessa, e d’inverno dormono lì. D’estate, invece, montano una tenda in cortile. Per Marco c’era la veranda, ma la sua ragazza non era d’accordo… Dove stanno? Qui sopra il paese, in una caverna. L’hanno imbiancata e arredata con mobili di recupero… La ragazza dice che, quando sarà nato il bambino, se non trovano di meglio, costruiranno una casetta su un albero. Eh, anch’io, quando ero incinta, preferivo i luoghi un po’ sopraelevati… Mi facevano sentire più al sicuro…
Immagine: Giulio Zeloni