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Episodio due: Dualisti hippie

Veniamo ora ai dualisti, qui la gamma di tipi umani si allarga a dismisura: dall’aspirante guru di nuovi culti orientaleggianti, al fuoricorso di ingegneria riconvertitosi al culto del ci-sono-cose-che-la-scienza-non-può-spiegare. Per non parlare dei criptofisicalisti, che di fronte alle trovate sempre più astruse della fisica contemporanea (energia e massa oscura, lacci che vibrano) si schierano, provvisoriamente, dalla parte dei dualisti, pronti a voltar loro le spalle non appena qualche Nobel gli farà un fischio per dirgli “ehi ragazzi! Tutto a posto, l’anima non esiste e la mente è pura materia”.

Veniamo al primo caso, il dualista puritano (DP). Costui ai giorni nostri è guardato da tutte le altre sette, pardon correnti filosofiche, come lo scemo del villaggio o nella migliore delle ipotesi come un cucciolo indifeso tipo Bambi.
Nei seminari il dualista puritano si becca gli stessi sguardi che susciterebbe un video di Youtube con un gattino zoppicante. A volte si becca anche qualche carezzina sulla testa.
L’idea del dualismo puritano è semplice e diretta, pochi cazzi. C’è il mondo materiale, fatto di mattoni, sangue, organi, ecc. e poi c’è il mondo mentale, abitato dalle nostre esperienze soggettive, dai nostri stati coscienti per dirla in modo più cool. Due diversi piani di realtà.

Il dualista non nega l’esistenza dei neuroni, dei neurotrasmettitori, ecc. ma secondo lui tra questi e i nostri stati coscienti c’è una correlazione: quando hai uno hai anche l’altro.
DP ha una visione detta “interazionista”, per lui mente e corpo si influenzano a vicenda. Il mondo esterno viene catturato dalla retina e le informazioni vengono trasmesse alla corteccia visiva, a questi processi materiali si correla l’esperienza soggettiva l’esperienza soggettiva, quasi televisiva, di star vedendo qualcosa.
Altro esempio, io penso “ora alzo la mano destra” e voilà, questa si alza grazie al mio pensiero!
DP di solito viene cazziato malissimo da qualsiasi scientofilo o saputello in prossimità (non necessariamente un fisicalista, va bene anche un dualista figo, ma di lui ne parleremo dopo).
Il motivo del cazziatone è presto detto, se la coscienza è immateriale come fa a interagire con qualcosa di materiale? A questa domanda DP di solito risponde snocciolando teorie new age, esperienze extracorporee, trip mistici dopo aver mangiato brownies all’erba in un coffee shop di Amsterdam e altre cose del genere.

Passiamo ora al Dualista Figo, DF d’ora in poi. Sarebbe più corretto chiamarlo panpsichista, ma visto l’atteggiamento cool degli appartenenti a questa specie Dualista Figo risulta più appropriato.
A differenza del fisicalista, che passa inevitabilmente per un cagacazzi so-tutto-io, DF è trendy, non come quello sfigato di DP, lui è super informato su tutti gli ultimi studi neuroscientifici, lo invitano agli workshop di fisica quantistica perché ormai anche per gli scienziati hard fa figo avere un filosofo da sfoggiare alle cene e alle feste.
DF parte da una premessa: a una certa nell’universo appare ‘sta cosa chiamata coscienza, esperienza soggettiva, anima. La scienza ci dice che dev’essere giustificabile anche quella roba là, coi suoi metodi.
Il problema è che finora niente è riuscito a spiegare perché ‘sti cazzo di processi neurali diano vita alla coscienza. A che serve? Assembla un essere umano tale e quale a te, con tutti gli stessi pezzi al loro posto e potrebbe fare tutto quello che fai tu, senza esperienza soggettiva.
Ecco quindi che DF tira fuori la genialata: inutile bloccarsi ai processi neurali e spiegare come creino la soggettività! Non serve regà! Svolta del secolo! Tutto è in qualche misura cosciente, anche i protoni. Ovviamente una micro-coscienza è diversa dalla nostra, mo’ non è che l’elettrone ha le crisi esistenziali perché è negativo. Ma quando le micro-coscienze si uniscono, voilà, una macro-coscienza.
Era tutto là dall’inizio, “apppostissimo!” Dice DF sorseggiando uno spritzetto e atteggiandosi a uomo vissuto pur avendo trent’anni.

Ecco però il predatore naturale di DF, ovvero il Fisicalista Figo, già pronto a smontare la sicurezza da sborone spritzettaro del Dualista Figo. Lo guarda un attimo, poi passa all’attacco.
“Tutto bello – dice FF – ma non regge. Le menti non sono mica come mattoni, non è che se metti insieme un tot di micro-menti, tac, hai la macro-mente di Gianni. Come dimostri ‘sta roba? Quante micro-menti servono per un Gianni?”.
Il DF si scola il suo Campari Spritz e con una scusa abbandona la situazione in cerca di nuove piazze dove ammaliare, mangiare e bere a sbafo, dato che, come ogni filosofo (non fisicalista figo) che si rispetti, DF non ha una lira.
“Vendo sogni, non solide realtà”.

dualisti hippie

Testo Adriano Manca
Illustrazione Costanza Ciattini

 

 

 

 

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