Li Filmi Invedibili presenta
TITOLO: Indovina chi viene a Cecina
REGISTA: Dudi Cremini
DURATA: 85’
GENERE: commedia estiva
PRODUZIONE: Toscana-USA
CAST: Furio Minarelli, Katrin Happy, Dennis Rodman
CASA DI PRODUZIONE: Maremmana Inc.
Sinossi e nota critica: Arriva l’estate e, come ogni anno, non possiamo farci mancare la vecchia buona commedia all’italiana. Dopo qualche stagione di assenza, le risate tornano in terra toscana con Indovina chi viene a Cecina, briosa opera prima del giovane Dudi Cremini.
Seguace della scuola di registi che va da Pieraccioni ai fratelli Virzina, Cremini si affida agli schemi classici sia per quanto riguarda l’intreccio che per i personaggi. Burbero giornalista sportivo decide di passare le vacanze con la famiglia in Maremma, a Cecina per l’appunto.
Durante una festa in discoteca, la giovane figlia (l’ex pornodiva Katrin Happy) s’innamora di un famoso giocatore di basket (Dennis Rodman, già visto in Nani a Canestro e Quel gomito alto).
La loro love story entusiasma subito il padre, appassionato di basket e accanito tifoso della squadra locale. I guai cominciano quando il genitore scopre che il cestista americano è nero e, soprattutto, milita in una squadra rivale, noto club toscano di cui non viene mai fatto il nome per ragioni di scandali bancari. Immancabile lieto fine con il cestista che per amore decide di giocare nel Cecina.
Tipica commedia degli equivoci, alcuni peraltro non voluti: a un certo punto Minarelli scambia chiaramente sua moglie per un’amica della figlia (le due attrici, in effetti, si somigliano molto).
Il livello di umorismo, purtroppo, è davvero basso. Dispiace vedere un Minarelli costretto a smorfie da commedia sexy mentre, nei dialoghi tra Rodman e la Happy, si sprecano le battute a sfondo sessuale e i doppi sensi (pietosa la gag dell’erezione alla spiaggia nudista). Stonano un po’ con questo tenore comico certe divagazioni “impegnate” che Cremini si concede nel finale, forse volendo approfittare dell’argomento cestistico per citare Sistemo l’America e torno di Nanny Loy.
Durante una discussione a tavola sui diritti civili, Rodman rivanga il passato da Black Panther di suo padre (interpretato da lui stesso in un flashback imbarazzante). È poco per cercare di discostarsi dal filone pecoreccio di un certo cinema nostrano.
VOTO: 6
Seguace della scuola di registi che va da Pieraccioni ai fratelli Virzina, Cremini si affida agli schemi classici sia per quanto riguarda l’intreccio che per i personaggi. Burbero giornalista sportivo decide di passare le vacanze con la famiglia in Maremma, a Cecina per l’appunto.
Durante una festa in discoteca, la giovane figlia (l’ex pornodiva Katrin Happy) s’innamora di un famoso giocatore di basket (Dennis Rodman, già visto in Nani a Canestro e Quel gomito alto).
La loro love story entusiasma subito il padre, appassionato di basket e accanito tifoso della squadra locale. I guai cominciano quando il genitore scopre che il cestista americano è nero e, soprattutto, milita in una squadra rivale, noto club toscano di cui non viene mai fatto il nome per ragioni di scandali bancari. Immancabile lieto fine con il cestista che per amore decide di giocare nel Cecina.
Tipica commedia degli equivoci, alcuni peraltro non voluti: a un certo punto Minarelli scambia chiaramente sua moglie per un’amica della figlia (le due attrici, in effetti, si somigliano molto).
Il livello di umorismo, purtroppo, è davvero basso. Dispiace vedere un Minarelli costretto a smorfie da commedia sexy mentre, nei dialoghi tra Rodman e la Happy, si sprecano le battute a sfondo sessuale e i doppi sensi (pietosa la gag dell’erezione alla spiaggia nudista). Stonano un po’ con questo tenore comico certe divagazioni “impegnate” che Cremini si concede nel finale, forse volendo approfittare dell’argomento cestistico per citare Sistemo l’America e torno di Nanny Loy.
Durante una discussione a tavola sui diritti civili, Rodman rivanga il passato da Black Panther di suo padre (interpretato da lui stesso in un flashback imbarazzante). È poco per cercare di discostarsi dal filone pecoreccio di un certo cinema nostrano.
VOTO: 6
Testo: Fabrizio Di Fiore
Immagine: Bernardo Anichini