ARTISTA: Ci Voleva
ALBUM: Ponte Levatoio
ETICHETTA: Panini Records
ANNO: 2013
GENERE: Industrial
VOTO: 6,5
Nati nemmeno un anno fa, una sera d’estate nei pressi della pianura padana più afosa, quella delle zanzare di Comacchio, arrivano i Ci Voleva, una band che dal niente è esplosa nel panorama italiano, direttamente con il loro album d’esordio.
Ponte Levatoio e i suoi tredici brani rappresentano una sorta di viaggio per il trio emiliano, un passaggio dalla vita semplice e agreste di un tempo alla frenesia cittadina odierna.
L’intro “Siamo O Non Siamo Esseri (In)Umani?” con una base schizofrenica di pianoforte è l’unica traccia che si distacca dal loro genere, una sorta di classicismo alla Rachmaninoff miscelato al brio di synth degni di una certa tradizione gabber, dopodichè si passa alla prima parte dell’album in cui c’è una tematica sonora puramente industrial, i Ci Voleva hanno usato secondo una chiara ispirazione neubauteniana attrezzi da fabbrica, veli di ghisa sui quali hanno schiantato sedie, seghe e mattoni, tant’è che la registrazione di questa parte è avvenuta in una fabbrica abbandonata sul lungo Po.
I capisaldi di questa prima parte sono “Il Sapore Della Terra Bagnata”, inno alla vita bucolica dove una vera pioggia metallica accompagna la chitarra acustica suonata con una moneta da 0,50 € per creare un effetto ancora più distorto; “Occhi Da Coniglio”, che rivela l’amore della band per i riverberi schitarrosi, mentre tubi di raffreddamento vengono picchiati con manici di scopa.
La seconda parte si avvicina maggiormente a sonorità noise, l’industrial è quasi abbandonato, ma l’effetto non è dei migliori, e il disco sul finale perde molto. L’uso della voce distorta, a creare una sorta di vento metallico, rende alle volte i testi incomprensibili, come succede in “Lepri di Catrame”, e l’assenza di testi nel booklet non consente la diffusione di un messaggio da un punto di vista lirico.
Rimane comunque un valido disco d’esordio, sarà interessante capire come vorranno esportare certe sonorità nella loro versione live. Intanto saturiamoci le orecchie di rumore.
Testo: Alessandro Rabitti
Immagine: Bernardo Anichini