LETTURATORE presenta

 

Mentre Anja o Åsa o Aima mi prende il cazzo in mano, il ciccione in tenuta da caccia afferra la lepre per la zampa e la tira via dalla pista. Le budella si allungano come gomma da masticare.


La solleva dal fango e la lancia tra i rovi.
Anja o Åsa o Aima gioca col piercing sul glande. Se avessi saputo che il giro di scommesse a Norrköping era frequentato da certe cagne, avrei sfidato Eskil Berggren molto prima.
In Svezia ci divertiamo così. L’ultima moda è lo Slå Haren.

Che gara ragazzi! I ritocchi ai cilindri e il cambio gomme si sono rivelati indispensabili. L’unica cosa che non ho fatto in tempo a sistemare è stato lo stereo – senza musica non riesco nemmeno a cagare – ma ho risolto rimediando un Boombox Toshiba con una compilation dei Boney M, altro che la merda d’oggi.


La folla s’era raccolta intorno alla pista recintata e tra la calca Anja o Åsa o Aima era tutta un fremito mentre i fari del pick-up di Berggren mi accecavano puntando quelli della mia Doris.
Quando il ciccione in tenuta da caccia ha finito di raccogliere i soldi degli scommettitori e ha aperto la gabbia al centro della pista, la lepre è schizzata tra i pick-up come un fulmine d’argento, allora ho staccato la frizione e Doris è partita sputando fango da sotto le Michelin 4X4 inzaccherando i bifolchi alle mie spalle. La lepre saltava da una parte all’altra e appena s’avvicinava troppo al recinto, due sfigati in salopette la ributtavano al centro con un bastone. Berggren l’ha centrata per primo, ma di traverso, da principiante quale non è. La lepre ha fatto una piroetta, è atterrata sulle zampe e ha ripreso a saltare sciancata, gli occhietti rossi e le orecchie appiattite all’indietro.

Il trucco è investirla al volo quando lo slancio del salto non si è esaurito, altrimenti rischi di prenderla di striscio oppure di passarle sopra per poi vederla sbucare da dietro il pick-up miracolosamente illesa. Perciò ho dosato l’acceleratore studiando i salti della lepre e quando ho realizzato che mancava poco più di un metro all’impatto, sono andato a tavoletta.


Schianto secco, spina dorsale in frantumi sulla griglia del paraurti, budella sparse sul fango e il nuovo campione di Slå Haren ora festeggia con uno dei migliori pompini della sua vita.
“Com’è grosso”, miagola Anja o Åsa o Aima con la bocca impastata di saliva.
Da come me lo mordicchia sembra che le piaccia il dito che le ho infilato nella fica.
Lo so piccola, pensa a succhiare.
“È davvero un peccato che papà non sappia perdere.”
La sua bocca si chiude come una tagliola.
Salto sul sedile, le do una ginocchiata in faccia e grido come un maiale mentre il sangue schizza imbrattandomi i jeans e gli stivali da cowboy bianchi.
Le sue labbra sono rosse. Anche i suoi denti sono rossi. Il mio cazzo è finito sotto il pedale del freno. Allungo una gamba per cercare di avvicinarlo con la punta dello stivale, ma mi stiro la coscia e lui rotola più in fondo lasciando una scia viscida sul tappetino di Doris.

La figlia di Eskil Berggren si pulisce la bocca col dorso della mano, s’aggiusta la gonna e smonta dal pick-up sbattendo lo sportello. Le grido di tornare indietro, e quando mi volto verso il finestrino vedo il faccione di Berggren con la follia negli occhi e un sorriso depravato. Bussa sul vetro e mi fa ciao con la mano, poi schiocca un bacio e dando una pacca sul culo della figlia si allontana verso il suo pick-up parcheggiato sul ciglio della strada.


Apro lo sportello. L’aria fresca del mattino mi smuove i capelli ossigenati.
“Hai perso stronzo! – grido tra le lacrime che cadono sui jeans imbrattati – L’ho uccisa io la lepre!
Sono io il campione!”

Do una gomitata al Boombox Toshiba incastrato tra i sedili e “Daddy Cool” mi esplode nel cervello.

Testo: L.Filippo Santaniello
Foto: Giulia Mangione

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