Li Ciddì Invisibili presenta

 

ARTISTA: Nirvalium
DISCO: Flashy Lights In The Eyes
ETICHETTA: Alice’s pills
ANNO: 2013
VOTO: 7

Non sembra vero, ma alla fine i Nirvalium sono riusciti a pubblicare il loro disco di esordio. Dopo anni spesi a fare cover dei Nirvana, si sono distaccati quasi interamente dal loro sound derivato per dedicarsi completamente alla psichedelia, mantenendo però il loro nome di cover band. Vengono dall’appennino tosco emiliano, ma il cantante Jack Corradini, italiano di madre inglese, è riuscito a sdoganare la band da una qualsivoglia etichetta di “italianità”. La sua pronuncia madrelingua è un plus che potrà aiutarli anche nella promozione del loro suono anche al di fuori dei confini italiani.
Flashy Ligths In The Eyes è il loro primo disco, e come abbiamo detto, sa di quella psichedelia discendente da band culto quale i Jefferson Airplane. Quel rock anni ’70 offuscato dalle droghe al profumo di marijuana, ammaliato dai colori, dai fiori e dalle collanine color lapislazzuli. Dal sapore inconfondibilmente acido per certi versi, il loro suono riesce ad avere un doppio effetto: anestetico da un lato, con melodie al contempo progressive e regressive (per esempio le chitarre dilatate di “I Remember My Name Only If I Sleep”, o l’uso onirico duplice di voce e cori nel ritornello di “Driving Car With Flashy Lights In The Eyes”) ma d’altro canto accende la miccia quando le chitarre diventano più stridule, con l’aiuto di un basso alle volte usato con distorsori per chitarra, al fine di rendere un effetto sonoro ancor più stravagante (basti pensare alle velocità sdrucciolevoli di “Many Feelings In A Moment”, ma anche alla fragilità vocale di “Crazy/Lazy/Easy/Peasy”). Qualche momento non ispirato è presente sul disco, un paio di pezzi avrebbero potuto tranquillamente evitarli, mancando di qualità, ma i Nirvalium hanno un background totalmente diverso, e questa sorta di esperimento, tutto sommato è un bel salto nel vuoto che ha funzionato discretamente bene.
Una caratteristica di questo disco dei Nirvalium sta anche nella presentazione dei brani. Dieci in tutto. Quelli lenti e più quieti si alternano rispettivamente ai più acidi e illumina(n)ti. Questa peculiarità fa si che anche l’ascoltatore rimanga leggermente sconvolto durante l’ascolto, in una sorta di agitazione che ne modifica sistematicamente i diversi stati d’animo canzone dopo canzone. Ci si spinge in un vortice emotivo, non facile da cogliere. Ma se vi sentirete scombussolati alla fine di Flashy Lights In The Eyes, allora i Nirvalium avranno colto nel segno. Da verificarne gli sviluppi sulla distanza.

Testo: Alessandro Rabitti
Immagine: Bernardo Anichini

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